In un mondo altamente industrializzato qual è quello in cui viviamo oggi, la presenza di alimenti che determinano un aumento vertiginoso di casi di diabete tra la popolazione mondiale, che sia composta da bambini o adulti indifferentemente, è diventato un argomento su cui la sanità mondiale dibatte da decine di anni senza, tuttavia, trovare, una soluzione definitiva.
Purtroppo, il diabete oggi è dilagante: ci sono numeri che fanno davvero paura, sopratutto alla luce che si tratti di una patologia che si manifesta non con motivazioni congenite, ma scatenanti, quindi dovute a una cattiva alimentazione. Cosa provare, quindi, a fare per dare una svolta a questa situazione che spesso si presenta particolarmente ingestibile?
I cibi che aumentano la glicemia
Siccome il problema è determinato per lo più da un’alimentazione scorretta, quello che vi consigliamo è partire proprio dal miglioramento di ciò che si mangia. Ma non è eliminando un alimento in particolare che si risolve la questione; no, l’eliminazione non fa parte del gioco. Serve moderazione prima di tutto, e poi servono anche dei controlli periodici, soprattutto se già in precedenza si sono presentate delle situazioni in cui la glicemia ha raggiunto livelli piuttosto allarmanti.
Inoltre, potrebbe servire limitare l’assunzione di questi cibi in particolar modo: zuccheri raffinati, ovvero tutti quelli alimenti a base di zucchero (industriali o meno, bevande gassate e caramelle); cereali raffinati, come pane, pasta e riso bianchi; frutta molto matura, in particolar modo uva, banane e fichi; e infine le patate bianche, specialmente se consumate da sole e senza altri alimenti che compensino l’elaborazione dei grassi e degli zuccheri presenti. Ricordati che alcuni legumi possono interferire negativamente sulla glicemia, specie fagioli e lenticchie.
Cosa bere se la glicemia è alta?
Sicuramente acqua. L’acqua ha un potere salvifico quando si è in presenza di glicemia alta. Ma un altro alleato di grande importanza resta il latte di mandorla; sì, avete capito bene: questo particolare latte, ottenuto dalla macinazione delle mandorla, ha alcuni particolari che aiutano a smaltire lo zucchero in eccesso presente nel sangue; ecco cosa può fare:
- questo latte ha un indice glicemico relativamente basso, il che significa che viene digerito velocemente e rilascia in modo lento e graduale il glucosio che contiene nel sangue.
- contiene un numero elevatissimo di fibre: le fibre regolano l’assorbimento degli zuccheri, permettendo alla glicemia di stabilizzarsi
- non ci sono carboidrati in eccesso, per cui si risolve anche l’assorbimento di questo tipo di zuccheri aggiunti
- ma sono presenti grassi sani, che migliorano la sensibilità all’insulina
In sintesi, il latte di mandorla è davvero sano, perché ha il potere si prevenire i picchi di glicemia, che sono potenzialmente un pericolo per l’uomo; inoltre la presenza delle fibre garantisce un senso di sazietà indiscutibile, che ci allontana dalle tentazioni verso cibi non propriamente sani, andando quindi a prevenire oltretutto un numero considerevole di problemi cardiovascolari.
E’ chiaro che il latte di mandorla, per quanto sia benefico, tuttavia vada consumato con parsimonia e le dovute accortezze, per il semplice che non tutti tollerano le mandorle, a causa per esempio di allergie alla frutta secca, e bisogna comunque moderarne il consumo, inserendo il suo uso solo all’interno di un regime alimentare equilibrato sempre completo di cui tutti gli alimenti con garanzie nutritive valide per l’organismo.